Uno sguardo sulle mie letture

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lunedì

Il profumo, di Patrick Süskind


«Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l’amore dall’odio. Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini».
Che tesi originale ed affascinante che spinge inevitabilmente ad una riflessione. E “il profumo” offre molti spunti di approfondimento, sì da diventare non solo un ottimo romanzo, ma anche un viaggio all’interno di un mondo affascinante come pochi. Fin dalle prime pagine,si ha l’impressione, di assistere all’epopea di un antieroe per il quale sarà difficile non provare ribrezzo e comprensione, ripugnanza ed attrazione. Grenouille ammalia ancor prima della sua storia: in lui nulla è scontato, nulla è banale e la sua vita, così come il suo essere, sono tratteggiati con tale maestria che il lettore non può che rimanerne incantato. Eclettico, immorale, folle, unico, geniale, il nostro protagonista sfrutta l’unica dote che gli è stata data, l’olfatto, per rivoluzionare la storia della puzzolente e sporca Francia della seconda metà del XVIII secolo. Una dote che lo porta ad essere introverso e  isolato «tutte queste disparità grottesche tra la ricchezza del mondo percepito con l'olfatto e la povertà del linguaggio facevano sì che il ragazzo Grenouille dubitasse del senso del linguaggio in genere, e si rassegnasse a farne uso soltanto quando i rapporti con altri esseri umani lo rendevano indispensabile». Un personaggio di una lucidità disarmante che nella sua crudeltà affascina: lo vediamo crescere, pagina dopo pagina, fino ad arrivare al pieno della consapevolezza del suo essere diverso ma superiore agli altri. Il suo animo deviato è reso così in profondità, in maniera tanto reale da gelare le viscere. Ma non riesce ad allontanarti, perché vuoi sapere, vuoi scoprire fin dove si potrá spingere. Questo suo mondo interiore, cosí povero di parole e ricco di vita, di odori, di magico, di attrattive, di bellezza, di disperata follia colpisce i nostri sensi, prima ancora dell’intelletto, e l’effetto é impressionante. Un viaggio nella storia tra grandi città e piccoli borghi, con le narici allargate, distinguendo ogni odore, incamerandoli nella mente, suddividendoli nei costituenti piú semplici. Il suo destino Grenouille lo realizza in occasione dell’anniversario dell’insediamento del re: camminando per le strade della città sente, prepotente, un profumo; lo segue, ne rimane estasiato, nessun odore poteva essere paragonato a quello, fonte inaspettata di una straordinaria felicità. Insegue quel profumo e raggiunge la ragazza che lo emana, vuole possederlo nella sua essenza. Lo fa, uccidendo la ragazza e fissando nella sua memoria le dolci esalazioni dei suoi capelli, della sua pelle, del suo sesso: «Aveva trovato la bussola per dirigire la sua vita futura. E come tutti i mostri geniali,ai quali un evento esterno lascia un solco dritto nel caos a spirale delle loro anime,Grenouille non si discostò più da ciò che credeva aver individuato come direzione del suo destino. Adesso gli era chiaro il motivo per cui era attaccato così tenacemente e rabbiosamente alla vita:doveva essere un creatore di profumi. E non uno qualsiasi,bensì il più grande profumiere di tutti i tempi».
Comincia a sperimentare, in un’attività febbrile, senza sosta. Alla ricerca della conoscenza dell’arte profumiera e...di ragazze speciali: «In effetti la fanciulla era di una bellezza squisita. Apparteneva a quel tipo di donne malinconiche che sembrano fatte di miele scuro, liscio e dolce e incredibilmente appiccicoso, che con un gesto vischioso, una scossa di capelli, una sola lenta sferzata del loro sguardo dominano l'ambiente, e tuttavia restano imperturbabili come al centro di un uragano, apparentemente inconsapevoli della propria forza gravitazionale, con cui attraggono irresistibilmente a sé i desideri e l'anima sia degli uomini sia delle donne». Solo con conoscenza e bellezza riuscirá a creare “il profumo”, quello che avrà il potere di dominare gli uomini, spingendoli, con la sua essenza ad amarlo incondizionatamente, venerarlo come un Dio, piú di un Dio. Proprio quell’amore di cui Grenouille è stato privato fin dalla nascita.
Una scrittura attenta ai particolari, feconda di dettagli odorosi, che vale la pena mettere tra le nostre conoscenze e che spesso ci porta ad esclamare: “non ci avevo mai pensato!” . Un romanzo avvincente nella misura in cui si è stregati dalla estrema freddezza e disumanità del protagonista, dal ritmo degli avvenimenti e, nel contempo, dal ritratto della Francia dell’epoca e dalla accurata descrizione dei principi che stanno alla base della profumeria. Tutto sapientemente miscelato come un profumo venuto bene. Un libro che non si legge ma si degusta. Un vortice di nefandezze che viene accettato come opera d’arte da parte del lettore. Arrivati alla fine del libro, mi accorgo di aver cambiato approccio con ciò che mi circonda, annusando un piatto prima di assaggiarlo, odorando l’aria appena fuori di casa.. cose che alle quali non avevo mai dato la giusta importanza.. e di colpo realizzi come gli odori sono una parte fondamentale della nostra percezione mnemonica più atavica, in tempi in cui, animali anche noi, fiutavamo l’aria per presagire pericoli, prede ed accoppiamenti. Nella nostra modernità gli odori hanno subito omologazioni e commercializzazioni di massa,  ciò nonostante la loro percezione a volte risveglia in noi emozioni inspiegabili, nei momenti più istintivi ed inconsci. E ti accorgi che ci sono odori che rimandano all’infanzia, all’adolescenza, a persone a cui siamo stati affettivamente legati, alla natura, alla pioggia, al mare....magari quello della mia cittá natale, di Messina, perché, come sorprendemente ho trovato scritto in questo libro, « Invecchiare modestamente a Messina non è stato proprio lo scopo della tua vita ….ma è pur sempre più onorevole e più gradito a Dio che non andare in rovina pomposamente a Parigi».