Uno sguardo sulle mie letture

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giovedì

Dell'amore e di altri demoni, di Gabriel Garcia Marquez


La rilettura di un libro è sempre un’esperienza ambigua, da un lato ci si sente spogliati dall’avida curiosità dello svolgersi della storia, dall’altro si può gustare con maggiore agio la bellezza della singola pagina, riga, parola, maggiormente consci che l’obiettivo non è arrivare…ma viaggiare, non è finire il libro, ma leggerlo.
Con questa prospettiva ho riletto Dell'amore e di altri demoni, un romanzo di Gabriel Garcia Marquez.
Marquez ci riporta in quei paesi del Caribe che già aveva raccontato in “L’amore ai tempi del colera”. In questo scenario si snodano le storie di una famiglia straziata, un mondo clericale vario ma troppo spesso legato a preconcetti inutili, e soprattutto l’Amore, unico filo conduttore della storia, non inteso come sentimento puro che unisce due anime ma piuttosto come un vero e proprio demone che, se non saputo tenere a bada, può rovinare l’esistenza.

 «Lei gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, che l'amore poteva tutto. “è vero” le rispose lui “ma farai bene a non crederci”»
«Quando indugio a contemplare il mio stato e a guardar la strada lungo cui mi hai condotto. Io finirò per abbandonarmi a chi saprà prendermi e finirmi».

Nel romanzo, l’Amore si manifesta in svariati modi attraverso i magnifici personaggi che popolano le vicende del libro.

Quello di Abrenuncio è amore per la medicina e l’umanitá, razionale fino al punto da affermare
«Non c'è medicina che guarisca quel che non guarisce la felicità»

E’ un amore paterno e tardivo quello del marchese di Casalduero, che decide di rinchiudere in convento la figlia poiché la ritiene essere posseduta dai demoni.
«l'ultimo ricordo che ebbe di lei fu quando fini di attraversare la loggia del giardino, strascicando il piede ferito, e scomparve nel padiglione delle sepolte vive»

Era un amore fedele e privo di dubbi quello del sacerdote Caetano Delaura incaricato dell’esorcismo della ragazzina
«Sicché l'essenziale non è che tu creda, ma che Dio continui a credere in te»

Un amore che folgorato fa Sierva Maria il suo unico scopo, e diventata passionale, totale, segreto e distruttivo, tale da attanagliargli l’anima e portalo a rovinarsi l’esistenza.
«quando ebbe finito prese la mano di Maria e se la passò sul cuore. Lei vi sentì dentro il fragore della sua bufera. “sono sempre cosi” disse lui......e senza lasciare tempo al panico si liberò della materia torbida che gli impediva di vivere. Le confessò che non passava un istante senza pensare a lei, che tutto quanto mangiava o beveva aveva il sapore di lei...che la vita era lei ad ogni ora, ovunque, come solo Dio aveva il diritto e il potere di esserlo, e che il godimento supremo del suo cuore sarebbe stato morire con lei[..]. Lei si azzardò solo a domandare“e adesso?” “adesso nulla”disse lui “mi basta che tu lo sappia”»

E’ amore per la vita il sentimento che anima le parole ed i gesti di Sierva Maria, una vita che viene consumata con la stessa voracità che popola i suoi sogni mentre spilluzzica l’uva «quasi senza respiro per l’ ansia di spogliare il grappolo fino all’ultimo acino»

Su questo Amore aleggiano i personaggi di Màrquez, spesso ambigui ed avvolti in un alone di mistero, unici ed insondabili, mai monocolore, mai semplicemente “puri” o “dannati” ma piuttosto opachi, in bilico tra paradiso e dannazione, esemplare in questo senso il colloquio tra Abrenuncio e Delaura:
«“Non teme di dannarsi?” “Credo di esserlo già, ma non per lo Spirito Santo. […] Ho sempre creduto che lui tiene più da conto l’ amore che la fede”»

Il Bignamino: Per te nacqui, per te ho la vita, per te morirò e per te muoio