Uno sguardo sulle mie letture

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venerdì

Le avventure di Huckleberry Finn, Di Mark Twain


Huckleberry e’ la parola inglese/americana attribuita al mirtillo, un arbusto selvatico che cresce nelle macchie fitte dei boschi, e che ben si coniuga al carattere “selvatico” del personaggio descritto da Twain, in una storia che descrive un’America “on the road”, anzi “on the river”. Un omaggio alla ricerca della libertà intesa come fuga da ogni tipo di schiavitú, quella dai canoni civilizzati cosí come quella dalla schiavitú, in un periodo in cui le relazioni tra bianchi e neri erano ben lontane dal risolversi. Ed il messaggio e’ ancor piú forte perché Huckleberry Finn non viene da una famiglia moderna, ma é figlio di un padre ubriacone che lo picchia e di una madre di cui non si hanno notizie. Huck non cede agli schemi della società  che gli imporrebbero di non fumare, di mettersi giacche strette e camminare con le scarpe,  e denuncia le sperequazioni dell’America di quel tempo. Twain fa fare ad Huck quello che nessun ragazzino avrebbe potuto fare, aiuta Jim a liberarsi della schiavitù prima ancora che l’America si sia accorta di avere milioni di persone tenute in schiavitù e prima ancora di sentire l’esigenza di liberarle per finalmente considerarle persone degne della libertà. Mark Twain ha descritto senza incertezze un Jim  buono, profondamente amato, amante della libertà e della vita. Accanto a lui Huck vive un conflitto morale tra i valori ricevuti dalla società in cui vive e la personale amicizia ed ammirazione. Una doppia profondità di lettura, che mantiene da un lato la vivacità delle avventure tragicomiche, ma dall’altro espone le dure condizioni di vita di schiavi e appartenenti ai ceti meno abbienti, che sul finire dell’ottocento, in particolar modo nel Sud degli Stati Uniti,  sembrano uno strano mondo popolato unicamente da pregiudizi, credenze, facilonerie, truffe e stregonerie di ogni genere.
Giro l’ultima pagina e sapere Huck tornato a casa mi allieta e dispiace al contempo, perché un ragazzo come lui, vagabondo di natura, sempre in cerca di guai e avventure, non può avere una fissa dimora. Ma Twain scrive la parola fine a queste vicende senza concluderle realmente, lasciando una porta aperta alla fantasia.
 «Chi cerchi di trovare uno scopo in questa narrazione sarà perseguito a termini di legge; chi cerchi di trovare  una  morale verrà bandito;chi di trovare un intreccio fucilato» Questo é Mark Twain, un autore che si permetteva dell'ironia anche in merito alle origini cristiane degli Stati Uniti dicendo «Anche l'Inferno ha origini cristiane».