
Un
libro davvero scorrevole, vivo e godibile, che con la sua scrittura giocosa e
molto ironica sa esprimere il disagio di un uomo che fa un lavoro che non gli
piace, uno di quei lavori che pagano l’affitto, le bollette, le pizze surgelate;
un libro dove l'ilarità deriva dall'ironia della vita stessa.
Se leggerete questo libro saranno innumerevoli gli spunti per una risata,
dalla riscrittura in versione hard dei migliori lungometraggi di tutti i tempi (Analcord,
Erezioni di Piano, Intervista col pompino, Il glande freddo, Le seghe di
Eastwick, I ragazzi del culetto ma anche Hello Sperm e La caricano in 101),
alle ricette vegane della mamma, alle conversazioni con “smadonna”, alle
manifestazioni di affetto del suo manager Romina. Un po deludente la fine, ma
per farsi due risate in leggerezza è un testo da consigliare.
Meritano una menzione a parte gli scrittori (e non) citati fra i
ringraziamenti “P.G. Wodehouse, David Sedaris, Christopher Moore, Shalom
Auslander, Etgar Keret, Niccoló Ammaniti, Jonathan
Swift, Lawrence Sterne…Tina Fey” la stima che ripongo nei
molti citati che conosco mi spinge a leggere i pochi menzionati ancora non letti…
“In
famiglia non ne sanno nulla. Se solo intuissero qualcosa, mia mamma si
stabilirebbe in una chiesa con la tenda da campeggio per una maratona
ininterrotta di rosari. Mio padre, invece, prenderebbe di corsa il tomo delle
Pagine Gialle per cercare il numero di Milingo sotto la ‘E’ di Esorcisti”
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