Uno sguardo sulle mie letture

Uno sguardo sulle mie letture

giovedì

Aleph, di Paulo Coelho


Premessa: mi sono sempre piaciuti i libri di coelho, e le recensioni fatte finora lo testimoniano, ma ho provato a commentare questo libro facendo a meno di alcune parole:
“ricerca del sé”,  “equilibrio interiore”, “cammino-viaggio personale”,
e non ci sono riuscito. Certo, mi si puó obiettare che con questi temi si potrebbero scrivere i piú bei libri mai esistiti, ma il problema é che questo libro per me non rientra tra quelli; mi aspettavo qualcosa di nuovo, di originale, di straordinariamente semplice eppure comunicativo...e non ho trovato nulla di tutto questo.
Stufo di trovare strade che risolvano i dilemmi interiori che lacerano l’animo,
«si puo deviare dal cammino tracciato da Dio? Si, ma e' sempre un errore. Si puo evitare il dolore? Si, ma non si imparera mai niente. Si puo conoscere le cose senza sperimentarle davvero? Si, ma non ti apparterranno veramente»

 di connessioni attraverso sentieri diversi a tutti coloro che intraprendono il viaggio della vita, stufo di folgoranti  ma discutibili definizioni
«Nella magia – e nella vita – c’è solo il momento presente, L’ORA. Non si misura il tempo come si calcola la distanza tra due punti», «Chi conosce Dio non lo descrive. Chi descrive Dio non lo conosce»

 stufo di sentirmi ripetere che ogni ostacolo può essere saltato, ogni paura dissolta nel mare infinito delle possibilità della vita, che sta a noi e solo a noi scegliere.
 Ed allora il ''Trasforma il tuo destino. Riscrivi la tua vita'' mi é sembrata la commerciale etichetta attaccata sulla CocaCola, e le istruzioni su come affrontare le proprie paure, credere nel proprio istinto e aprire la mente...puro merchandising; la serie di metafore spirituali, profezie e incontri che tracciano il sentiero per giungere  quello che viene definito “Aleph”...vuote e silenti.  Sono certo che altri fan di Paulo Coelho troveranno nell’Aleph un inno alla vita, che piacerà, magari saranno stregati da questo percorso esistenziale, a tratti mistico, in un vissuto di fragilità presente e vite passate, alla ricerca di amore e perdono. Forse le mie aspettative erano troppo alte, o forse mi sorprendo a non amare piú quest’autore.

«non sono uno straniero, perché non mi sono mai fermato a pregare per tornare indietro sano e salvo, perché non ho sprecato il mio tempo immaginando come sarebbero stati la mia casa, il mio tavolo, il mio lato del letto. Non sono uno straniero perché tutti siamo sempre in viaggio, perché ci poniamo le stesse domande e viviamo la stessa stanchezza, le stesse paure, lo stesso egoismo e la stessa generositá. Non sono uno straniero perché, quando ho avuto bisogno, sono stato soccorso. Quando ho bussato, la porta si é aperta. Quando ho cercato, ho trovato cio che volevo»