Uno sguardo sulle mie letture

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martedì

La prima notte, di Raul Montanari

Ad agosto del 2010 commentando il libro “che tu sia per me coltello” ponevo due domande, la prima: “Può una persona aprirsi onestamente e senza riserve ad un’altra a lei completamente sconosciuta?”. A questa prima domanda la risposta si conferma essere affermativa. Ci sono persone capaci di ammaliarci per caratteristiche insignificanti al resto del mondo, come la capacità di ascoltare, di saper chiedere scusa, di non vergognarsi nel mostrarsi vulnerabili, di non temere il giudizio di chi ci circonda, in breve di essere in sintonia con la nostra magia, “la magia che ci portiamo dentro tutti. Quella che ci fa fare le cose, che ci orienta come se fossimo dei pezzettini di ferro che subiscono l'influenza di un magnete...con la differenza che il magnete non sta fuori, sta proprio dentro”. E quando questa magia si materializza paura e desiderio “le due grandi leggi che regolano la vita di tutti noi” convergono ad un solo fine, un bellissimo, struggente, intimo, gioioso incontro non (o non solo) di corpi ma di anime.
La seconda domanda che ponevo era “ Può l’incontro con l’universo ed il linguaggio di uno sconosciuto essere altrettanto sensuale ed eccitante del primo incontro con il corpo dell’altro?” E in questo libro Montanari risponde forse meglio di grossmann a questa domanda, perché  è un libro sensuale ed eccitante che tra paura e desiderio, tenerezza e passione,  percorre due strade parallele, quella dello svelare all’altro il proprio vissuto e quella della prima notte d’amore, tra passato e presente, tra immateriale e contingente, tra corpo e pensiero…leggete questo stralcio a cavallo di questo parallelo:
"...gli uomini e le donne, secondo me, sono come i loro organi sessuali...Ma sì, confronta un pene e una vagina e sappimi dire! Il cazzo è tutto estroverso, visibile, un po' stupido, prevedibilissimo sia nelle impennate di euforia sia negli sconforti e le depressioni. A volte sa essere cattivo ma spesso invece è buffo e invadente come un cucciolo di labrador. Invece noi siamo introverse, complesse, piegose, labirintiche"
 Entrambi i libri però dimostrano come per poter emozionare non serva raccontare chissà quali avventure (anche se  in questo libro non ve ne mancheranno), ma basti esprimere le proprie esperienze, paure, debolezze e speranze con una sincerità semplice ed essenziale, sintetica ed inconfutabile ... citando D.G. “Un assioma che parli di me e di te e delle cose che la nostalgia rende fragili, vibranti e dolorose"
La citazione: “l'amore di una madre non è qualcosa che si divide e diminuisce, come un pacchetto di patatine che devono essere spartite fra uno, due, più figli. E' piuttosto come la luce che entra in una stanza e illumina ogni oggetto, ogni volto. Se si aggiunge un volto in più, la luce toccherà anche quello in uguale misura, senza togliere nulla agli altri."