Uno sguardo sulle mie letture

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martedì

Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde


Una volta finito di leggere questo libro volevo iniziarne la recensione, ma l’analisi che più mi ha colpito sul messaggio che la tale lettura mi ha regalato e’ stata fatta dall’autore stesso, su un articolo di giornale, e quindi preferisco citarlo in maniera non originale piuttosto che fare una originalissima ma brutta recensione:
«Ogni eccesso, così come ogni rinunzia, reca il proprio castigo. Il pittore Basil Hallward, che venera troppo la bellezza fisica, come la maggior parte dei pittori, muore per mano di uno nella cui anima ha creato una vanità mostruosa e assurda. Dorian Gray, che ha condotto una vita di mera sensazione e piacere, cerca di uccidere la coscienza, e in quel momento uccide se stesso. Lord Hanry Wotton cerca di essere semplicemente uno spettatore della vita. E scopre che chi respinge la battaglia rimane ferito più profondamente di chi vi prende parte. Sì; c’è una terribile morale in Dorian Gray; una morale che i pruriginosi non riusciranno a trovarvi, ma che sarà rivelata a tutti coloro la cui mente è sana. È un errore artistico questo ? Io ho paura di sì. È l’unico errore del libro.»  Wilde considera i tre personaggi come tre maschere della propria anima. In una lettera ad un amico scrive: «Basil è ciò che io credo di essere; Lord Henry è ciò che il mondo pensa di me; Dorian ciò che mi piacerebbe essere- in altri tempi forse». Sarà lui stesso a scrivere nel romanzo «La maschera rende la vita più ampia, più ricca, più piena. E mentre consente all’edonista di godere ogni sorta di esperienze, lascia libero il pensatore di giocare con le idee, di sostenere punti di vista opposti per l’amore dell’argomentazione». Un libro che per tanti  rappresenta il classico perfetto, il must read, non conosce tempo, non invecchia, i peccati non ne intaccano lo splendore, come per il ritratto di Dorian. Eppure non riesco a definirlo tra i più belli libri mai letti. Forse a causa di quella dilatazione dettata dalla necessità di trasformare il racconto in romanzo uniformandolo alle dimensioni minime richieste dagli editori di allora. La prima versione infatti aveva tredici capitoli, quella definitiva ne ha venti ed a mio avviso i capitoli nuovi non hanno giovato alla storia; come la descrizione della famiglia di Sybil Vane e l'aggiunta del fratello marinaio, il suo tentativo di vendetta con l'improbabile quanto provvida morte accidentale. La stessa descrizione dei peccati di Dorian era lasciata nella prima versione alla fantasia del lettore. Piccole imperfezioni che ne hanno reso la lettura meno piacevole, ma in compenso quante frasi cosi belle ed eleganti che offrono tanti spunti di riflessione, le voglio condividere tutte nel gruppo “sospesi tra cielo e terra” di anobii, ma le riporto ugualmente in questa recensione:
«Non esistono libri morali o immorali, come la maggioranza crede. I libri sono scritti bene, o scritti male.
Questo è tutto.»
«L'arte in verità non rispecchia la vita, ma lo spettatore.»
«Io credo che se un uomo dovesse vivere la vita pienamente e completamente, desse forma a ogni
sentimento, espressione a ogni pensiero, realtà a ogni sogno, credo che il mondo si rinsanguerebbe di un così puro fiotto di gioia, che dimenticheremmo tutte le malattie ...Ogni impulso che tentiamo di soffocare, germoglia nella mente, e ci intossica. Il corpo pecca una volta, ed il peccato è finito, perché l'azione è un modo di purificazione. Non rimane che il ricordo del piacere, o la voluttà di un rimpianto. l'unico modo di liberarsi da una tentazione è di abbandonarsi ad essa. Resistete, e vedrete la vostra  anima intristire nel desiderio di ciò che s'è inibito, di ciò che le sue leggi mostruose hanno reso mostruoso e illegale. Dicono che i grandi eventi dell'umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito, solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell'umanità »…«Oggi molte persone muoiono per un’infiltrazione progressiva di buon senso, e si accorgono troppo tardi che le sole cose che non si rimpiangono mai sono le proprie pazzie»
«la ricerca della bellezza è l’unico vero scopo della vita»
«veramente superficiali sono le persone che amano una sola volta nella loro vita. Quella che esse definiscono lealtà e fedeltà, io la definisco: o tendenza al letargo, o mancanza d'immaginazione. La fedeltà è nella vita sentimentale quello che la coerenza è nella vita dello spirito – l'accettazione di un fallimento. La fedeltà! Un giorno o l'altro dovrò pure analizzarla. Si riduce a un amore per la proprietà. Parecchie cose getteremmo via volentieri se non avessimo paura che altri le raccogliessero.»
«la personalità, non i principi ideali, dominano le epoche »
«Osservare l’eccezionale ferrea logica delle passioni, e la variopinta e commossa vita dell'intelletto – seguirli quando si incontrano e quando si separano, cogliere il punto in cui sono intonati e quello in cui sono in disaccordo – questa è una gioia!»
«i figli cominciano con l amare i genitori; crescendo in età li giudicano; e qualche volta li perdonano»
«le donne ci ispirano i capolavori poi ci impediscono di condurli a termine»
« Quando una donna si risposa, è perchè detestava il primo marito. Quando un uomo si risposa, è perchè adorava la prima moglie. Le donne cercano la fortuna, gli uomini se la giocano.»
«le manca l’indefinibile fascino della debolezza. Sono i piedi d’argilla a rendere l’oro dell’immagine prezioso.»
«Gli psicologi affermano che vi sono momenti nei quali il desiderio di peccare, o quello che il mondo chiama peccare, si impadronisce di un carattere a tal punto che ogni fibra del corpo, come ogni cellula del  cervello, pare preda a spaventosi impulsi. In tal modo gli uomini e le donne perdono il loro libero arbitrio. Si avviano, simili ad automi, verso la loro conclusione fatale e tremenda. Non hanno scelta, la coscienza è morta, o, se ancora viva, serve a dare maggiore fascino alla ribellione e alla disobbedienza. Quando Lucifero, la stella mattutina del male, cadde dal cielo, cadde come un ribelle»

Lascio per ultimo la bellissima descrizione del momento in cui Dorian si accorge del potere del suo ritratto:
«Mentre girava la maniglia della porta, il suo sguardo cadde sul ritratto dipinto da Basil Hallward. Sussultò come sbigottito. Poi entrò nella sua stanza con un'espressione perplessa. Dopo essersi
sbottonato la giacca, parve esitare. Alfine, ritornò sui suoi passi, si avvicinò al quadro e lo esaminò. Nell'incerta luce che riusciva a filtrare dalle tende di seta crema, il viso gli parve alquanto
cambiato. L'espressione appariva diversa. Si sarebbe detto che ci fosse un tocco di crudeltà sulla bocca. Era certamente strano. Si volse e, andando verso la finestra, tirò la tenda. L'alba lucente inondò la
camera e spazzò le ombre fantastiche negli angoli foschi, dove esse ristettero rabbrividendo.Ma la strana espressione che aveva notato sul viso del ritratto pareva indugiarvi;  fors'anche farsi più marcata. La luce ardente e fremente del giorno gli mostrò le pieghe della crudeltà intorno alla bocca nette come se avesse guardato in uno specchio dopo che aveva commesso qualche cosa di terribile»

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Il Bignamino:Ogni eccesso, così come ogni rinunzia, reca il proprio castigo