Uno sguardo sulle mie letture

Uno sguardo sulle mie letture

venerdì

Una storia semplice, di Leonardo Sciascia


Leonardo Sciascia
Una storia semplice Adelphi
18 marzo 1989, una telefonata improvvisa è la premessa di un crimine, un omicidio, di carattere malavitoso, intorno al quale si stringe un cerchio di omertà e di paura, un delitto in cui la mafia si nasconde attraverso un’immagine di giustizia, e si impone su coloro che sono “vinti” dalla vita costringendoli a percorrere una strada di silenzio e di sottomissione.
Una scrittura precisa e asciutta che lascia poco o nulla alla retorica, un modo di scrivere è perfettamente calzante con questo passaggio:

“il brigadiere cominciò a fare il suo lavoro di osservazione, in funzione del rapporto scritto che gli toccava poi fare: compito piuttosto ingrato sempre, i suoi anni di scuola e le sue non frequenti letture non bastando a metterlo in confidenza con l’italiano. Ma, curiosamente, il dover scrivere delle cose che vedeva, la preoccupazione, l’angoscia quasi, dava alla sua mente una capacità di selezione, di scelta, di essenzialità per cui sensato ed acuto finiva con l’essere quel che nella rete dello scrivere restava. Così è forse degli scrittori italiani del meridione, siciliani in specie: nonostante il liceo, I’università e le tante letture.”

Amo la Sicilia, e quanto mi colpisce rivedere in certi passaggi quella “indifferenza” alla morte, naturale e causata,  che è tipica delle generazioni antecedenti alla mia…e non solo:

“Io voglio sapere da lei, signora, se ha qualche ragione o sospetto riguardo all’uccisione di suo marito” La signora scrollo le spalle “Era siciliano” disse “e i siciliani, ormai da anni, chi sa perché, si ammazzano tra loro” “giudizio indefettibile”disse ironicamente il figlio”

“Ma il professore parlò dei propri mali, lasciando memorabile al brigadiere (ma non condivisibile nell’energia dei suoi trent’anni) la frase che ad un certo punto della vita non è la speranza l’ultima a morire, ma il morire è l’ultima speranza”