Uno sguardo sulle mie letture

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giovedì

L'asso nella manica a brandelli, di Rita Levi Montalcini


Quando il corpo è a brandelli (la manica del titolo), dentro di lui si può pescare il famoso asso che, richiamando il  gioco delle carte, è l’elemento determinante per risolvere la situazione  in positivo. L’asso è il cervello e le capacità rigenerative ad esso associate, fondate sulla plasticità e creatività,  che ne fanno costantemente uno strumento di conoscenza in continuo adattamento.
Con esempi tecnici e con biografie di grandi personaggi della storia (Michelangelo nell'arte, Galileo nella scienza, Gurion nel sociale, Russell nella filosofia, Picasso nell'ecletticità) il libro ci vorrebbe guidare ad affrontare la paura della morte e l’angoscia della vecchiaia. Ma il risultato é francamente deludente, la trattazione scientifica sembra compeltamente scissa dalle pur curate sintesi di biografie di uomini eccelsi anche in tarda età. La parte che ho trovato interessante é lo stimolante parallelo fatto tra creatività scientifica ed artistica, di cui sotto riporto un saliente estratto:

«Con la scoperta della proprietà dei circuiti nervosi di convogliare i messaggi trasmessi dai sistemi sensoriali in una forma altamente astratta ai centri cerebrali preposti alla loro elaborazione, é venuta a cadere … l’ipotesi che la creatività che si manifesta in campo scientifico e si estrinseca nella facoltà di scoprire nuovi fenomeni e leggi di natura universale differisca da quella espressa nelle opera d’arte…Per una curiosa aberrazione é invalsa la consuetudine di considerare l’attivitá dello scienziato come dedicata al rilevamento di leggi e fenomeni esistenti nel mondo che ci circonda indipendentemente dalla nostra esistenza e dalla nostra capacità di pervenire alla loro conoscenza…Cosí concepiti fenomeni e leggi naturali della natura inerte e vivente non costituiscono un fatto unico ed irripetibile. Con il tempo, altri ricercatori avrebbero formulato le stesse ipotesi e sarebbero pervenuti alle stesse scoperte. A differenza dello scienziato l’artista é visto secondo la concezione idealista, che ritiene che la realtà del mondo che ci circonda non esista al di fuori del suo riflesso nel nostro pensiero. L’artista a differenza dello scienziato creerebbe perciò la sua opera dal nulla “inventando” e non ispirandosi alle apparenze illusorie». 
Lo stesso Picasso affermava: “ Un quadro non é mai pensato e deciso anticipatamente, mentre viene composto segue il mutamento del pensiero, quand’é finito continua a cambiare, secondo il sentimento di chi lo guarda. Un quadro vive la propria vita come una persona…vive soltanto attraverso l’uomo che lo guarda”» quasi confermando  l’unicitá dell’opera dell’artista a differenza dell’opera dello scienziato

Altro spunto interessante é quello dedicato all’importanza dell’intuizione, dedizione e capacità di stupirsi:
«Albert Einstein cercò di spiegare … come il suo cervello fosse pervenuto ad elaborare le teorie che avrebbero dovuto sconvolgere radicalmente quelle preesistenti e universalmente accettate sui concetti di spazio, tempo, energia e materia, non in base a dati desunti dall’osservazione, né dal calcolo, ma…in base ad un puro gioco inventivo…Avvalorava così la teoria che la scoperta é la risultante dell’intuito …e questo scaturisce da una appassionata dedizione all’oggetto di studio. Attribuiva la sua formulazione della teoria della relatività al fatto di aver conservato per tutta la vita l’attitudine di stupore tipica dei bambini».

 La citazione
«E' l'intensità della fede in un credo quello che fa il combattente valoroso; la vittoria tocca a coloro che possiedono certezze assolute nei riguardi di problemi di fronte ai quali il dubbio sarebbe il solo atteggiamento ragionevole» Bertrand Russell, Principi di ricostruzione sociale