Quando il corpo è a brandelli
(la manica del titolo), dentro di lui si può pescare il famoso asso
che, richiamando il gioco delle carte, è l’elemento
determinante per risolvere la situazione in positivo. L’asso è il
cervello e le capacità rigenerative ad esso associate, fondate sulla plasticità e
creatività, che ne fanno costantemente uno strumento di
conoscenza in continuo adattamento.
Con esempi tecnici e con biografie
di grandi personaggi della storia (Michelangelo nell'arte, Galileo nella
scienza, Gurion nel sociale, Russell nella filosofia, Picasso nell'ecletticità)
il libro ci vorrebbe guidare ad affrontare la paura della morte e l’angoscia
della vecchiaia. Ma il risultato é francamente deludente, la trattazione
scientifica sembra compeltamente scissa dalle pur curate sintesi di biografie di uomini
eccelsi anche in tarda età. La parte che ho trovato interessante é lo
stimolante parallelo fatto tra creatività scientifica ed artistica, di cui
sotto riporto un saliente estratto:
«Con la scoperta della proprietà dei
circuiti nervosi di convogliare i messaggi trasmessi dai sistemi sensoriali in
una forma altamente astratta ai centri cerebrali preposti alla loro
elaborazione, é venuta a cadere … l’ipotesi che la creatività che si manifesta
in campo scientifico e si estrinseca nella facoltà di scoprire nuovi fenomeni e
leggi di natura universale differisca da quella espressa nelle opera d’arte…Per
una curiosa aberrazione é invalsa la consuetudine di considerare l’attivitá
dello scienziato come dedicata al rilevamento di leggi e fenomeni esistenti nel
mondo che ci circonda indipendentemente dalla nostra esistenza e dalla nostra
capacità di pervenire alla loro conoscenza…Cosí concepiti fenomeni e leggi
naturali della natura inerte e vivente non costituiscono un fatto unico ed
irripetibile. Con il tempo, altri ricercatori avrebbero formulato le stesse
ipotesi e sarebbero pervenuti alle stesse scoperte. A differenza dello
scienziato l’artista é visto secondo la concezione idealista, che ritiene che
la realtà del mondo che ci circonda non esista al di fuori del suo riflesso nel
nostro pensiero. L’artista a differenza dello scienziato creerebbe perciò la
sua opera dal nulla “inventando” e non ispirandosi alle apparenze
illusorie».
Lo stesso Picasso affermava: “ Un
quadro non é mai pensato e deciso anticipatamente, mentre viene composto segue
il mutamento del pensiero, quand’é finito continua a cambiare, secondo il
sentimento di chi lo guarda. Un quadro vive la propria vita come una
persona…vive soltanto attraverso l’uomo che lo guarda”» quasi confermando l’unicitá dell’opera dell’artista a
differenza dell’opera dello scienziato
Altro spunto interessante é quello
dedicato all’importanza dell’intuizione, dedizione e capacità di stupirsi:
«Albert Einstein cercò di spiegare …
come il suo cervello fosse pervenuto ad elaborare le teorie che avrebbero
dovuto sconvolgere radicalmente quelle preesistenti e universalmente accettate
sui concetti di spazio, tempo, energia e materia, non in base a dati desunti
dall’osservazione, né dal calcolo, ma…in base ad un puro gioco
inventivo…Avvalorava così la teoria che la scoperta é la risultante
dell’intuito …e questo scaturisce da una appassionata dedizione all’oggetto di
studio. Attribuiva la sua formulazione della teoria della relatività al fatto
di aver conservato per tutta la vita l’attitudine di stupore tipica dei
bambini».
La citazione
«E' l'intensità della fede in
un credo quello che fa il combattente valoroso; la vittoria tocca a coloro che
possiedono certezze assolute nei riguardi di problemi di fronte ai quali il
dubbio sarebbe il solo atteggiamento ragionevole» Bertrand Russell,
Principi di ricostruzione sociale