Conosciamo davvero le persone con cui dividiamo la nostra vita? Stiamo facendo o abbiamo fatto tutto il possibile per conoscerle?
Si può vivere senza esprimere se stessi?
Può una donna restare con il proprio compagno che pensa di amarla quando quest’ultimo non ha mai voluto conoscerla davvero?
Saremmo disposti a lasciar andare le persone che amiamo se sapessimo che solo in quel modo potrebbero essere felici?
Possono 13 anni di matrimonio e tre figli porci al riparo da questi interrogativi?
Questo libro proverà a rispondere a queste domande
attraverso una delle tante unioni che sperimentano problemi di comunicazione. Donne
che non parlano e vorrebbe degli uomini che sentissero, intuissero, che capissero
anche quello che non viene detto. Uomini che non ascoltano o non sanno
ascoltare, che danno per immutabile, acquisito, lo status quo, che sia la
compagna, i figli, il lavoro, la casa.
Ma un compagno non è solo una persona
con cui dividi la casa, la spesa, le bollette, gli stress quotidiani. E', o a
mio avviso dovrebbe essere, qualcuno che non si stanca mai di guardarti con
autentica curiosità, che continua, anno dopo anno, a cercare di conoscerti, di
capire quello che pensi. Un compagno non è qualcuno che sa cosa ti piace ma
qualcuno che è animato dal desiderio di scoprirlo. Con curiosità mista a
stupore e ferrea voglia di comprensione. Solo in questo scenario é
possibile raggiungere “l’acustica perfetta”, quella che consente di far
giungere i nostri messaggi sin nei ripiani più alti dell’altrui considerazione,
amplificando ogni minimo sussulto d’amore e cosí giungendo alla percezione
assoluta dell'altro.
In sintesi questo libro ci dona un percorso verso la verità che si cela
al fondo di ogni relazione, verso il cuore buio che ciascuno di noi protegge
anche dalle persone amate. Vicende di certo non originali, ma che
rispecchiano la realtà e che sono scritte con solida
credibilità, con uno stile tanto denso e avvolgente
da lasciare prigionieri.
Adorabile quell‘effetto violoncello della collina che si specchia nel lago.
Molto stimolanti due riferimenti letterari: il primo al poeta Dino Campana: “Le vite degli uomini, quando incominciano storte, nemmeno Dio le raddrizza”; il secondo al grande drammaturgo russo Tolstoj: “Chi è felice ha ragione”.
In ultimo c’é la grande attenzione
per la natura, quella dell’alta valle tiberina, con i paesaggi dipinti da Piero
della Francesca di Borgo Sansepolcro. C’è la Sardegna rustica, dignitosa e
accogliente di Massimo. A Sara piaceva quel paesaggio inquieto, in mutazione
continua di colori e odori per via del vento.
Una storia che vi consiglio di gustare in una notte o due. Ma che può farvi pensare molto più a lungo, dopo aver chiuso l’ultima pagina.