Uno sguardo sulle mie letture

Uno sguardo sulle mie letture

giovedì

Il nome della rosa, di Umberto Eco

Anno di grazia 1327.

E’ questo libro un accurato saggio storico? Ricco com’e’ di descrizioni sulla diffusione di tanti
ordini monastici e movimenti ereticali, sullo spostamento della sede papale da Roma ad Avignone, sui difficili rapporti tra Papato e Impero, sui processi dell’inquisizione e le condanne al rogo degli eretici fatte da una cristianità in crisi. O forse e’ un saggio sull'architettura e usi nel Medioevo, visto che con indescrivibile rigore e precisione sono descritti luoghi, paesaggi, architetture e bassorilievi. Forse piu’ semplicemente e’ un libro di libri, innumerevoli infatti sono le citazioni di altre opere...”Si fanno libri solo su altri libri e intorno ad altri libri. I libri parlano sempre di altri libri e ogni storia racconta una storia già raccontata". E’ tutto questo e molto altro; io preferisco vederlo soprattutto come trattato di semiologia, e’ "la parola" infatti il tema dominante, annunciato fin dalla frase introduttiva del romanzo: "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio", con la sua forza, i suoi limiti e l'uso negativo o positivo che l'uomo può farne.

In questo contesto la ricca, misteriosa ed inaccessibile biblioteca benedettina e’ simbolo da un lato del fascino della cultura, dall'altro dell'enorme pericolosità in essa insita a causa del peccato d'intelletto, a causa della "lussuria della parola". Non e’ un caso d’altronde che a chiosare questo libro si ritorna immediatamente all'inizio, al titolo stesso dell'opera, con un verso:

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus

La rosa primigenia [ormai] esiste [soltanto] in quanto nome: noi possediamo nudi nomi.

Ovvero delle cose noi non possiamo cogliere l'essenza, solo conoscerne i nomi.... L'alone di mistero che ha fino alla fine avvolto questo titolo improvvisamente si dissolve. La narrazione dell'indagine che attraversa il libro è allora la metafora della ricerca filosofica di una verità sempre sfuggente, in un mondo in cui ci si ferma solo all'aspetto esteriore delle cose, il loro nome, che pertanto non ci consente di comprendere la loro essenza reale. È un ammonimento o una constatazione di uno stato di fatto? Forse entrambi, un messaggio che chi spinge a riflettere affinché non si presuma essere depositari di verità assolute, in quanto queste saranno sempre contestabili, se non addirittura risibili.

Un inno alla ricerca della conoscenza, una celebrazione dell'innato desiderio di sapere dell'uomo e del suo terribile potere distruttivo quando esso viene in qualche modo imbrigliato. E la risoluzione del mistero alla fine ha connotati così beffardi sia nelle modalità in cui il mistero è stato risolto (Guglielmo arriva alla giusta soluzione passando dalla strada sbagliata) sia nelle sue conseguenze, tali da far dubitare che si tratti di un vero successo. Tutto è ambiguo, inafferabile, la verità si confonde con la menzogna e la vittoria ha l'amaro sapore della sconfitta. La verita’ svelata non dissipa i vari interrogativi: puo’ l’opulenza papale (di allora?) coniugarsi con il ritorno alla nuda povertà predicato dai francescani? E’ blasfemo ritenere che Gesù ridesse?

E’ vero che talvolta il romanzo risulta molto complesso, anche per la presenza di arcaismi, frasi interamente in latino, sen non addirittura in dialetto tedesco, e il ricorso ad un linguaggio molto, a tratti forse troppo erudito. Ma e’ indubbiamente un bel libro, da applauso la trama del romanzo, la narrazione presenta una straordinaria cura per il dettaglio, il modus scrivendi del libro è assolutamente ricercato.

Eco ha dichiarato ogni lettore troverà ne "Il nome della rosa" qualcosa di diverso a seconda della propria indole e delle proprie conoscenze. in questo senso va anche letta la scelta del titolo, sufficientemente ambiguo da evitare che il romanzo finisse incanalato in una classificazione di genere netta ma priva di significato e che il lettore iniziasse la lettura con già dei pregiudizi sulla natura dell'opera, magari spinto da una curiosita botanica!